LUISS – GUIDO CARLI
Dipartimento di Giurisprudenza
Cattedra di Diritto Processuale Penale
La tutela della vittima di violenza di genere, alla luce della L. 15 ottobre 2013, N. 119 di convenzione del D.L. 14 Agosto 2013, N. 93, recante «Diposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere»”
di Carolina Fiata
Relatore: Prof. Giulio Illuminati
Correlatrice: Prof. ssa Maria Lucia Di Bitonto
ANNO ACCADEMICO 2013-2014
Il forte clamore mediatico connesso all’emersione del fenomeno della violenza maschile in danno di partner ed ex partner, accompagnato dalle pressioni provenienti dalle istituzioni sovranazionali, sempre più attente alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, ha reso necessario un intervento da parte delle istituzioni italiane.
Il presente lavoro intende fornire un’analisi della tutela processuale della vittima di violenza di genere, alla luce del decreto legge 16 agosto 2013, n. 93 convertito in legge 15 ottobre 2012, n. 119, recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere».
Si muove dalla considerazione che il fenomeno di violenza di genere è un problema di ordine culturale, relativo alla disparità tra sessi e frutto di una concezione patriarcale della società che pone la donna in condizione di subordinazione rispetto al sesso maschile.
Da un punto di vista criminologico, emerge come questo tipo di violenza si manifesti all’interno di un rapporto intimo tra il reo e la vittima che, di solito, è la donna.
La perpetrazione del crimine avviene all’interno di un legame “privilegiato” e si caratterizza per la particolare modalità esecutiva con cui è posto in essere: il soggetto attivo, nella commissione del crimine, si avvantaggia della particolare vulnerabilità del soggetto passivo, che deriva dal legame affettivo che li lega.
Ciò su cui la trattazione in esame intende soffermarsi non è tanto un diritto penale sessuato e, dunque, modellato sullo status sessuale di appartenenza, quanto sulle esigenze di vulnerabilità che conseguono dalla perpetrazione di crimini avvenuti in ambito domestico, partendo dal recente intervento normativo d.l. 16 agosto 2013, n. 93 convertito in l. 15 ottobre 2013, n. 119, primo segnale forte dell’interessamento delle istituzioni italiane al problema.
La trattazione muove lungo tre capitoli. Ad un capitolo introduttivo – che inquadra la violenza di genere da un punto di vista penalistico e descrive brevemente la sua evoluzione storica nell’ordinamento italiano – seguono due capitoli di natura tecnica, aventi rispettivamente ad oggetto il decreto legge del 16 agosto 2013, n. 93 – capitolo secondo – e la legge di conversione del 15 ottobre 2013, n.119 – capitolo terzo.
Dall’analisi si cercherà di capire se i punti deboli del decreto legge – dovuti alla “fretta” di porre un freno a fenomeni delinquenziali e l’urgenza di attuare le richieste sovranazionali – siano stati superati in Parlamento con interventi maggiormente strutturati o se l’intervento parlamentare rappresenti solo un primo passo verso il rafforzamento di una cultura di “genere”, idonea a garantire la tutela dei diritti del singolo, prima ancora che la quiete pubblica.
Solo a questo punto sarà possibile comprendere il livello di tutela riconosciuta e garantita alla vittima di violenza di genere in Italia.
è possibile leggere questa tesi?mi serve perchè sto scrivendo una tesi sulla violenza di genere
caro mirco dovresti venire alla casa delle donne