La copertura mediatica dei femminicidi aumenta la propensione a chiamare una linea
di assistenza antiviolenza oppure aumenta il timore di ritorsioni da parte dell’uomo
violento?
Secondo le studiose e gli studiosi Marco Colagrossi, Claudio Deiana, Davide
Dragone, Andrea Geraci, Ludovica Giua ed Elisa Iori, e la loro ricerca intitolata:
Intimate partner violence and help-seeking: The role of femicide news (Violenza dei
partner e ricerca di aiuto: il ruolo dell’informazione sui femminicidi), pubblicata
recentemente, la copertura mediatica è un canale importante per combattere la
violenza contro le donne.
Secondo il loro studio, dopo la notizia di un femminicidio le chiamate alla linea
telefonica di assistenza (1522) aumentano dell’11% e le denunce di polizia aumentano
del 6%. 1 L’effetto, dovuto, ad esempio, all’empatia o identificazione con la vittima,
sembra essere di breve durata e geograficamente localizzato, siccome si verifica in
provincia e nella settimana successiva a quando è avvenuto il femminicidio. Tuttavia,
questo effetto virtuoso svanisce rapidamente: dopo una settimana il numero delle
chiamate torna alla normalità e dopo un mese altrettanto fa il numero delle denunce.
In più, lo studio dimostra anche che le chiamate aumentano di più quando la vittima è
giovane e senza figli. Inoltre, più il femminicidio è brutale più suscita interesse e
curiosità e la copertura delle notizie è maggiore (per esempio come il crudele
femminicidio della studentessa Giulia Cecchettin).
La ricerca in oggetto ha combinato diverse fonti che si riferiscono al periodo 2015-
2019 in Italia. Le cinque fonti combinate sono le informazioni su i femminicidi
(raccolti dal set di dati della Casa delle Donne per non subire violenza di Bolgona),
le chiamate al numero di emergenza 1522, le segnalazioni in polizia di abusi
domestici e maltrattamenti, le ricerche su Google dei nomi delle vittime di
femminicidi e la copertura giornalistica su violenza contro le donne.
Emerge che, in media, ogni giorno solo l’1.6% delle notizie tratta argomenti legati
alla violenza di genere. Lo studio ribadisce l’importanza di aumentare la
consapevolezza e fornire informazioni, campagne di informazione continuative e
ricorrenti, e discussioni pubbliche per favorire la ricerca di aiuto.
1. Chiamare il numero di assistenza può essere un metodo più sicuro ed efficace per sfuggire alla
violenza, come rifugio e sostegno. Le misure possono essere immediatamente attivate mentre la
privacy della sopravvissuta è protetta. Quando la violenza viene denunciata alla polizia, d’altro canto,
l’aggressore viene informato e ciò può aumentare il rischio di ritorsioni nei confronti della vittima.
Circa una vittima su tre che chiama la linea di assistenza non si presenta alla polizia né fa la denuncia
per paura dell’aggressore, per non avere un posto sicuro dove andare o perché la polizia consiglia di
non denunciare (ISTAT, 2021). Il riconoscimento della violenza e le chiamate alla linea telefonica di
assistenza o alle associazioni delle donne puó essere il primo passo per porre fine alla violenza di
genere.
Le conclusioni dello studio sull’importanza della visibilità mediatica della violenza
contro le donne coincidono con altre ricerche (Levy e Mattsson, 2020, Gauthier,
2022) che mostrano, per esempio, l’effetto del movimento #MeToo sulla denuncia di
crimini sessuali. Si stima un aumento del 10% delle denunce di crimini sessuali su un
ampio campione di paesi OCSE e che il #MeToo rappresenti la causa del circa 25%
dell’aumento delle segnalazioni di crimini sessuali nel periodo 2017-2019.
La forza del #MeToo sta nella sua dimensione politica e sociale, quindi, non solo
dobbiamo avere più notizie e campagne contro il femminicidio e la violenza di
genere, ma anche cercare di capire meglio il fenomeno e incoraggiare una riflessione
su come eridicarlo una volta per tutte. Dobbiamo fare ricerche qualitative per
analizzare perché, per esempio, un femminicidio-omicidio non suscita interesse e
quindi non genera un aumento delle chiamate ai Centri antiviolenza presenti sul
territorio.
Da parte nostra, ci sembra importante ribadire che non tutte le volte che un
femminicidio balza agli onori della cronaca sia anche trattato nel modo giusto e
rispettoso per le donne uccise. Sottolineiamo l’importanza di un’altra cultura
mediatica, non solo che “più notizie ci sono, meglio è”.
2. Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
Athanasia Kontochristou